La luce dell'anima

A cura della Storica dell'Arte Elisabetta La Rosa

La luce dell'anima vibra nel tratto emozionale che contraddistingue l'indagine pittorica dell'artista, che si dedica alla commistione fra un concept figurativo ed informale al fine di far dialogare l'osservatore con la materia pittorica.

L'oro diventa colore ed oggetto portante creando un parallelismo tra materia pittorica ed essenza umana.

Il fruitore viene invitato a riflettere e a riflettersi nella materia che diventa arte toccando le corte emozionali dell'anima in un fascio di luce interiore.

Siamo materia preziosa, siamo luce.

Venduto!

 Opera inserita nella mostra "Genesi dell'ombra"

 a cura del Movimento Arcaista, 5-13 aprile 2025, Civitavecchia (RM),

e sarà catalogata nel libro storico del Movimento Arcaista

Un'opera intensa in cui i colori cupi incontrano l'oro, sinonimo della luce dell'anima capace di superare il dolore.

I segni cromatici affiorano sul supporto come lame taglienti, incarnando il dolore dell'anima, l'oro incarna la valenza spirituale, il bagliore della luce salvifica interiore che squarcia le tenebre.

L'opera vuole raccontare sì il dolore ma anche la possibilità di rinascere da esso.

La poetica spirituale

A cura della storica dell'arte Elisabetta La Rosa

Intensa è la poetica spirituale che anima le opere dell'artista Domenica Maurone, la quale plasma delle vere e proprie indagini introspettive, analizzando i sentimenti, le pulsioni, la valenza spirituale del proprio Io.

Prendiamo in esame l'opera Anima fragile in cui la Maurone frammenta in tre momenti cromatici la composizione. Il viola è il colore dominante mostrato nelle sue variazioni cromatiche, risulta interessante questa tripartizione, in cui da una parte la colorazione violacea risulta più scura ed intensa, dinamica e armonica, sembra quasi incarnare le sfumature più vigorose dell'essere umano, la forza e la tenacia, le passioni che divampano in modo forte e deciso segnando la parte conscia della mente umana. Nella porzione destra il viola si fa tenue, pastellato e puro, incarnando la limpidezza dell'Io umano, entrambe le parti sono caratterizzate da uno studio floreale, un "rifiorire spirituale". Nella porzione centrale si condensano le crepe, quella fragilità che vibra nel titolo e che si condensa nella materia pittorica plasmata dalla Maurone. L'artista sembra conferire quel soffio vitale all'opera, capace di suggellare un monito, ricordare all'essere umano le sue fragilità e al contempo la bellezza del suo essere fragile.

La poetica dell'artista risulta attenta e precisa, la sua cifra stilistica condensa uno studio di matrice astratta ad una raffigurazione capace di toccare le corde della poetica spirituale dell'anima.

La vita è fatta di incontri, di pensieri, di colori, di suoni, tutto si interseca e diventa in qualche modo parte di noi, arricchisce il nostro mondo e i nostri pensieri.

Siamo frutto delle esperienze che viviamo e delle persone che incontriamo.

La pandemia ci ha spaventati e ci ha allontanati fisicamente gli uni dagli altri, poi lentamente siamo tornati alla normalità, spesso distratti dal bisogno di recuperare il tempo perduto.

Mentre ci affanniamo rincorrendo i vari impegni familiari e lavorativi, cercando di stare al passo, alla ricerca di una sorta di perfezione, è nell'imperfezione che troviamo la nostra unicità, che ci connette a qualcosa di più alto, come in una danza.

In che tempo viviamo? Siamo tutti stanchi di guerre, di popoli in fuga, di distruzione. Dobbiamo urlare che la PACE è l'unica via d'uscita.

Non perdiamo la speranza. Ma soprattutto restiamo umani.

Quest’opera è un dipinto che unisce un elemento figurativo centrale a uno sfondo astratto, creando un contrasto visivo e simbolico. Al centro della composizione si trova un grande cuore argentato che si staglia con forza sullo sfondo, attirando immediatamente l’attenzione per la sua luminosità e la sua forma netta. Lo sfondo è un’esplosione di colori e textures, realizzato con una tecnica a spatola che crea strati spessi e irregolari.

Le pennellate sono decise e sovrapposte, creando un effetto caotico ma vibrante, che evoca un tumulto interiore. 

La scelta del cuore come soggetto centrale, insieme alla parola “Paece” suggerisce un messaggio di amore, speranza o armonia, in netto contrasto con l’energia caotica dello sfondo. L’opera vuole trasmettere un invito a tornare all’amore.

Una delle prime opere, ho voluto dare spessore a questi petali, quasi a volerli toccare.

Io che sono stata sempre schiva, avevo qualcosa dentro di me che voleva uscire, un bisogno di comunicare, di dire la mia in questo mondo grigio che forse meritava un po' dei miei colori.

Siamo colori in movimento, colori che si mescolano nella frenesia di una metropoli. E tra smog e traffico coloriamo striature di grigio con le nostre risate e i nostri sorrisi, con sciarpe e berretti colorati.

Tra i diversi colori emozionali, siano gioie o paure, non può mancare l'oro che rappresenta la speranza, la luce che solo tutti insieme possiamo far brillare.

Ogni tratto ogni spatolata segna la tela e si interseca con altri tratti a volte sfuggenti e altre più lineari e definiti. Come la storia di ognuno impercettibilmente modificata da uno sguardo, da un incontro, dal sorriso di una persona sconosciuta.

Ricordiamoci sempre di splendere, anche quando la vita ci travolge, non soffochiamo mai quello che abbiamo dentro.

I fasci di luce che prepotentemente irrompono nel dipinto sono caratterizzati da molteplici crepe che rappresentano le difficoltà che la vita mette sul nostro cammino, ma proprio dalle crepe affiora l'oro, la luce interiore che ci permette di affrontare tutto e di splendere nonostante i momenti bui e le debolezze.

Mia figlia, l'amore della mia vita.

Da un selfie fatto sulla spiaggia nasce questo dipinto, volutamente stilizzato per cogliere la gentilezza dei lineamenti.

Tra le tante sperimentazioni che ho fatto, non potevo non provare a fare un autoritratto. Siamo colori e melodia.

Opera inserita nel catalogo con codice ISBN "Espressioni d'arte" a cura della storica dell'arte Elisabetta La Rosa

Oltre i limiti della mente

a cura della Storica dell'arte Elisabetta La Rosa

Il lettore si addentra nell'emozionalità di una poetica intensa raccontata dall'estro creativo di Domenica Maurone, artista dalle multi-sfaccettature, la sua valenza poliedrica consente all'osservatore di immettersi in un mondo artistico in cui la valenza concettuale incontra l'attenzione per il bilanciamento armonico dei pesi cromatici, la figura incontra l'astrazione, gli sfondi accolgono le intense riflessioni dell'artista capace di indagare sulle sfumature dell'anima come si evince dall'opera "Rompere gli schemi" articolata secondo differenti piani compositivi, iniziando da uno sfondo aureo, passando poi per l'immissione di elementi geometrici fortemente stilizzati per poi approdare alla dinamicità della natura, i fiori accorgono l'osservatore superando i limiti della mente, raccontando una poetica che prende vita mediante un'intensa simbologia fenomenica.

Entrando nel vivo della composizione tecnica dell'opera si può constatare un costrutto interessante, l'artista Maurone plasma uno sfondo aureo quasi come volesse conferire una valenza spirituale alla composizione su cui si articolano degli elementi rettangolari, quindi la geometrizzazione del piano compositivo che vuole incarnare gli schemi della mente, le "barriere" che spesso l'essere umano impone a se stesso, frutto di preconcetti, della società, delle dottrine inconsce caratterizzanti l'essenza dei cassetti della memoria parte della valenza razionale dell'essere umano.

La poetica si rivela capace di coniugare elementi apparentemente opposti al fine di penetrare nel vivo delle corde sensibili dell'anima, andando oltre i limiti delineati dalla mente umana.

Questo dipinto è frutto di una sperimentazione, un vero e proprio gioco in cui ho voluto incrociare colori e geometrie.